È il dicembre del 2021 quando The Science of Where pubblica un’intervista a Luigi Contestabile, Responsabile Pianificazioni e Sviluppo Stazioni e Mobilità per RFI. L’occasione è il lancio di StationLAND, la piattaforma di Location Intelligence sviluppata con l’ausilio delle tecnologie Esri.
Bastano pochi mesi e gli esperti del settore cominciano ad accorgersi di StationLAND e a premiarne l’efficacia: solo nel 2022 Station Land riceve il premio per l'innovazione più sorprendente nel settore della mobilità alla ESRI User Conference di San Diego, un premio per lo sviluppo dei servizi intermodali dall'Unione Internazionale delle Ferrovie (UIC) a Parigi e il Premio speciale per il “Collegamento ciclabile tra stazioni e università” alla conferenza ESRI Italia.
Oggi, a quattro anni di distanza, incontriamo di nuovo Luigi Contestabile per farci raccontare la genesi di StationLAND e la sua evoluzione in MobiLAND.
“MobiLAND è StationLAND da grande”: questa la definizione di Luigi Contestabile.
I punti chiave di questa evoluzione sono l’ambizione (non guarda solo alle stazioni, ma all'intero sistema di mobilità italiano), la potenza (con un nuovi set di dati e una nuova infrastruttura IT basata su cloud), l’affidabilità (con nuove procedure di gestione dei dati e un team che sta crescendo in termini di persone e competenze) e l’integrazione (grazie al collegamento diretto con gli altri sistemi IT aziendali e pronto per le sfide dell'IOT/Real Time Data).
Come ama ricordare lui stesso, uno dei segreti del successo legato a StationLAND e a MobiLAND sta nel gruppo di lavoro che si è formato attorno al progetto.
RFI ha creato un gruppo giovane ma professionalmente maturo. Un gruppo composto da esperti GIS in grado di creare dataset e strumenti geografici e da esperti di città dal punto di vista dei trasporti e della pianificazione urbana. Insieme ad alcuni fisici e matematici, rappresentano una sorta di “melting pot GIS”. In altre parole, sia i “meccanici” (esperti di GIS) che i “piloti” (urbanisti ed esperti di trasporti) sono stati inseriti nella stessa squadra e questo ha permesso a StationLand di svilupparsi molto rapidamente, raggiungendo in pochi anni il ruolo di “Centro di Eccellenza” all'interno del Gruppo Ferrovie dello Stato Italiane.
Cominciamo col chiedergli quali esigenze hanno spinto alla nascita di StationLAND
- L'idea di sviluppare una piattaforma GIS è nata all’interno della DirezioneStazioni, quando abbiamo capito che, se volevamo davvero comprendere come avrebbe dovuto funzionare una stazione ferroviaria, avremmo necessariamente dovuto capire le esigenze del contesto territoriale che la ospita. Tenendo questo in mente, abbiamo rapidamente sviluppato un gran numero di strumenti GIS per supportare analisi, decisioni e investimenti. Questo approccio basato sui dati ha avuto un certo successo e dopo qualche anno ci è stato chiesto di lasciare la Direzione Stazioni e di entrare a far parte della Direzione Strategie Sostenibilità e Pianificazione, dove abbiamo iniziato a utilizzare il GIS per una gamma molto più ampia di scopi. È stato quello il momento in cui abbiamo capito che StationLAND non era più il nome giusto. Il nostro nuovo obiettivo era più alto, motivo per il quale la nostra piattaforma è stata ribattezzata MobiLAND.
Quanto tempo avete impiegato per svilupparla?
- Abbiamo iniziato lo sviluppo all'inizio del 2019, con pochissime persone, con computer che non erano pensati per essere utilizzati per applicazioni geografiche e con un'attrezzatura software molto limitata. In qualche modo siamo però riusciti a far capire all'Amministratore Delegato il potenziale del progetto e abbiamo avuto la possibilità di avviare una piccola unità completamente dedicata al GIS. Dopo circa 5 anni dall’inizio del progetto, l'unità GIS è cresciuta rapidamente: ora siamo più di 50 persone, con soluzioni software e hardware più avanzate, che lavorano direttamente sulle attività di core business dell’azienda.
Quali sono i vantaggi di StationLAND?
- StationLAND - tanto per ricordare un vecchio claim di ESRI - ci permette di vedere ciò che gli altri non possono vedere.
RFI gestisce e sviluppa oltre 18.000 km di linee ferroviarie, con circa 2.200 stazioni, migliaia di edifici, passaggi a livello, gallerie, ponti e molti altri elementi che caratterizzano il paesaggio italiano.
Tutti questi elementi portano con sé un'enorme quantità di informazioni relative a temi come la circolazione, la manutenzione e gli investimenti.
StationLAND, passo dopo passo, sta permettendo per la prima volta di vedere tutto questo nello spazio, attraverso le mappe, in modo semplice, quasi autoesplicativo: questo ci permette di prendere decisioni più rapide, chiare e complessivamente migliori.
Quali sono state le sfide nello sviluppo?
- Gran parte delle sfide sono state di tipo tecnico, ma probabilmente la più grande è stata quella culturale. Per decenni i gestori delle infrastrutture ferroviarie hanno concentrato la loro attenzione sui binari, lasciando le stazioni un po' in ombra. Inoltre, quello che succedeva fuori dalle stazioni sembrava riguardarci solo in parte. StationLAND, e ora MobiLAND, hanno portato la nostra consapevolezza dell'importanza di ciò che abbiamo intorno a un altro livello. Ci ha aiutato molto a capire quanto siano importanti le esigenze della comunità locale per sviluppare un sistema ferroviario migliore.
Quali sono alcuni dei dataset che gestite in StationLAND per le stazioni ferroviarie?
- Abbiamo 10 diverse categorie di dati, ognuna delle quali contiene centinaia di altri sottoinsiemi. Un primo livello di informazioni è relativo al sistema ferroviario: linee e servizi ferroviari. C’è poi il dataset sull'intermodalità: linee e fermate di autobus, tram, metropolitane, parcheggi, piste ciclabili e ricoveri per biciclette, posteggi per taxi, punti di ricarica per veicoli elettrici, aree di copertura di tutti i servizi di sharing mobility. Da lì seguono tutte le informazioni sulle persone che per qualche motivo gravitano intorno alle stazioni, a partire dai “residenti”, le persone che abitano nella zona, isolato per isolato, chiaramente suddivisi per sesso, età, titolo di studio, ecc., e agli “addetti”, cioè le persone che lavorano in quella zona,suddivise per il tipo di lavoro che svolgono. Poi ancora: ospedali, scuole, attività commerciali di ogni tipo, musei, località turistiche, fiere, stadi, parchi, siti UNESCO e molto, molto altro.
Questi dataset sono a livello nazionale e coinvolgono in modo capillare tutte le nostre stazioni.
Dove trovate i dati?
- Principalmente da 4 fonti diverse: dati disponibili all'interno dell'azienda, dati che prendiamo da open data, dati che acquistiamo e dati che troviamo stringendo accordi con partner istituzionali interessati a ciò che cerchiamo di fare, come Ministeri, Regioni e Città.
Quale tecnologia avete utilizzato nello sviluppo di StationLAND e come viene utilizzata oggi?
- Utilizziamo tutta la tecnologia che ESRI mette a disposizione, con un'architettura mista: un sistema Enterprise per l'elaborazione e la visualizzazione all'interno dell'azienda e uno spazio cloud per la condivisione di alcuni contenuti con l'esterno. Facciamo largo uso di tutti gli strumenti di analisi e delle funzioni server, a partire dal network analyst, passando per la rappresentazione indoor e 3D, fino all'automazione delle procedure con notebook ed ETL, anche con dati in tempo reale.
Perseguiamo l'integrazione del GIS con il BIM e i sistemi ERP, tutti già diffusi in azienda, ma che devono ancora raggiungere la completa convergenza, che cerchiamo di ottenere attraverso la geografia.
Qual è la vostra visione per la riqualificazione delle stazioni ferroviarie attraverso StationLAND?
- La nostra visione parte dalla comprensione della “Vocazione” di ogni stazione.
Abbiamo mappato tutte le principali attività antropiche e ricostruito il profilo della clientela delle nostra stazioni: che siano studenti che vanno a scuola o turisti che vanno nei musei o persone che si spostano verso i centri commerciali, o ancora persone che viaggiano per gustare cibi e vini di qualità. Da queste analisi è stato possibile definire una “Vocazione” per molte stazioni. Ad esempio, una stazione ferroviaria vicina a un grande ospedale è una stazione con vocazione “Salute”. All'interno della stazione stessa dovrebbe quindi essere presente una farmacia, la stazione dovrebbe avere la massima priorità nel dotarsi di sistemi di supporto per le persone a mobilità ridotta e sarebbe utile avere anche un punto informativo dove poter prenotare le visite mediche.
O ancora, una stazione ferroviaria vicina a una grande università è orientata a una vocazione allo “studio”. Il posto giusto per mettere il wi-fi o per avere una ristorazione low cost o spazi per lo studio, ecc. Una stazione vicina a un importante museo o a un famoso punto di attrazione turistica è orientata alla vocazione “Turismo”. I frequentatori sono visitatori che hanno bisogno di un Infopoint, di un deposito bagagli o di un negozio di prodotti tipici.
Lo scopo è quindi comprendere il contesto della stazione, definirne la vocazione, per orientare lo sviluppo dei servizi.
Quali sono i vantaggi di questo progetto di riqualificazione?
- Grazie alla nostra piattaforma di location intelligence possiamo effettuare analisi complesse e dare concretezza e supporto a molti progetti. Ad esempio, se è necessario costruire un parcheggio per biciclette in una stazione, ora abbiamo un algoritmo di location intelligence per farlo. Analizzando il bacino ciclabile della stazione, quantifichiamo quante persone potrebbero raggiungere la stazione in bicicletta, contestualmente enumeriamo quante piste ciclabili ci sono nell’intorno e teniamo in considerazione la pendenza media del terreno, e poi si prende in considerazione la presenza di scuole, università, ecc. Alla fine, il numero di posti bici diventa una funzione di tutte queste grandezze.
Come se i dati territoriali fossero tanti mucchietti di pietre colorate e separate, StationLAND crea dei mosaici. In un unico contenitore, ricco ma semplice, si integrano dati ambientali, di mobilità, economici e socio-demografici che ci permettono di comporre e ricomporre migliaia di mosaici.
Come riesce la riqualificazione delle stazioni ferroviarie a rivitalizzare i centri urbani?
- Sovrapponendo la mappa notturna satellitare dell'Italia alla mappa della rete delle stazioni italiane ci rendiamo conto che praticamente coincidono. Questa immagine luminosa ci fa capire come le città siano cresciute intorno alle loro stazioni che, a loro volta, sono cresciute assieme alle città. Basti pensare che un quarto della popolazione italiana, circa 15 milioni di persone, vive o lavora nel raggio di 1 km da una stazione ferroviaria: un quarto d'ora a piedi. E metà della popolazione italiana, circa 30 milioni di persone, vive o lavora entro 3 km da una stazione ferroviaria: più o meno un quarto d'ora in bicicletta.
Le stazioni ferroviarie non vanno intese come edifici isolati ed estranei alla città, ma sono i fulcri di una nuova idea di mobilità sostenibile e di servizi integrati. Le stazioni sono veri e propri centri gravitazionali della città, ed è fondamentale indagare il loro bacino di utenza e chiedersi - con l'aiuto delle istituzioni e delle comunità locali - a cosa possano servire. Ogni città ha le sue esigenze e ogni città merita le sue soluzioni, ma ovunque un buon sviluppo della stazione ferroviaria porta con sé un impulso all'economia e alla vivibilità delle aree circostanti.
In che modo gli enti pubblici e privati, sia locali che nazionali, sono stati coinvolti in questo progetto?
- Abbiamo coinvolto nel nostro progetto enti sia nazionali che locali. Per esempio, dopo aver scoperto che l'83% delle università italiane si trova entro 3 km da una stazione ferroviaria, insieme al Ministero dei Trasporti abbiamo portato avanti un progetto per connetterle con piste ciclabili dedicate. Sono stati finanziati 150 milioni di euro dal Ministero e ora sono in costruzione circa 50 piste ciclabili “Stazione-Università”.
Abbiamo coinvolto anche 10 delle 20 Regioni italiane, attraverso accordi specifici, per co-progettare digitalmente i servizi intermodali: metro, tram, autobus, parcheggi per le biciclette e i servizi di sharing mobility. Come risultato di questo lavoro, ad esempio, Regione Lombardia ha recentemente dedicato 41 milioni di euro per ridisegnare le piazze antistanti le stazioni ferroviarie a favore di pedoni, biciclette e trasporto pubblico.
Con le nostre analisi di location intelligence abbiamo inoltre supportato l'implementazione dei Piani di Mobilità Urbana Sostenibile di numerose città.
Esistono attualmente stazioni ferroviarie in fase di riqualificazione?
- RFI ha un ampio programma di riqualificazione di circa 600 stazioni esistenti. Tutti i progetti di riqualificazione ricevono i nostri input funzionali - basati sull'analisi di StationLAND - per la riprogettazione dei servizi della stazione, sia intermodali che interni. I progetti che ne derivano vengono poi presentati e discussi con le autorità locali.
Inoltre, nel caso di nuove stazioni sulla rete, la legge italiana prevede anche un “Dibattito Pubblico” in cui discutiamo i nostri progetti con le comunità locali.
Ogni progetto ha le sue peculiarità, in generale però tutti i progetti di riqualificazione prevedono più attenzione per le persone a mobilità ridotta, nuovi spazi per i servizi e le attività culturali, più stalli per le biciclette, meno spazio per le auto private.