Catasto e numeri civici, ce li chiede l'Italia !

Catasto e numeri civici, ce li chiede l'Italia !

Della serie dove eravamo rimasti.... Questo articolo è il sequel del mio precedente, redatto a inizio marzo di quest'anno, quando ho cercato di raccontare ciò che è successo nel nostro Paese prima e durante il momento in cui l'Europa ha identificato n. 6 "serie di dati di elevato valore", tra i quali i due livelli informativi geografici (dataset) probabilmente più trasversali che esistano, ovvero il Catasto Terreni e la Numerazione Civica.

Oggi, dopo aver reso pubblica (volente o nolente) una situazione toponomastica civica diciamo priva di coordinate effettive, ma in ogni caso coinvolgente tutto il Paese, le nostre istituzioni centrali competenti in materia, alle quali va dato atto di essersi attivate (prima o dopo a questo punto non è più così rilevante), hanno fortunatamente potuto incrociare i propri destini con una parte dei fondi PNRR in qualche modo dedicati a onorare l'ottemperanza alle richieste UE, le quali richieste obbligano i Paesi membri alla progressiva pubblicazione in formato aperto di tali serie di dati di elevato valore. Grazie a questi fondi, magari un pò alla volta, verrà colmata una lacuna italiana e di pochi altri Paesi del sud Europa, che è quella della corretta georeferenziazione dei numeri civici di tutti i comuni e della loro successiva pubblicazione, all'interno della piattaforma PDND e in cascata sul sito ANNCSU, ove attualmente insistono già gli elenchi dei numeri civici conferiti dai comuni, facenti riferimento nella stragrande maggioranza dei casi a ciò che risulta essere la situazione negli stradari, completi dei numeri civici, assegnati (e per l'appunto al momento privi di coordinate) dagli uffici toponomastica municipali.

Ok, ma che cosa sono esattamente i civici assegnati? Beh, innanzitutto chiariamo una cosa: un civico assegnato, per poter essere tale, non ha necessariamente bisogno di un riscontro edilizio nella realtà territoriale di riferimento, non ha bisogno di un palazzo, di una villetta o di un rudere ancora abitabile da vestire e descrivere a livello toponomastico, può cioè sussistere ugualmente, e ugualmente e a pieno titolo andare a far parte, pur se geograficamente inesistente, dello stradario comunale arricchito dei numeri civici che è già stato conferito in ANNCSU per mano di quasi tutti i comuni italiani.

Ma questa storia dei numeri attribuiti sulla base di una promessa a costruire ci permette di introdurre alcuni spunti.

1) Innanzitutto, perchè mai un comune dovrebbe assegnare un civico senza collegarlo a un'apertura facente parte di un edificio esistente? Beh, per tante ragioni, perchè sono in previsione nuove lottizzazioni, magari nemmeno cantierate e allora il comune preferisce formalizzare i civici che racconteranno numericamente di un quartiere che non c'è ancora, attraverso la preventiva assegnazione di nuovi numeri e eventualmente anche di nuovi toponimi; oppure per una ragione molto simile, in presenza di cantieri di lungo corso riferiti a interventi edilizi di grandi dimensioni e complessità, il comune può muoversi in anticipo anche assegnando i civici a lotti, un po' alla volta, come ad esempio avviene in questi anni a Roma, nel quartiere Rinnovamento; Roma, un comune realmente zelante e chirurgico sulle dinamiche legate all'assegnazione della numerazione civica.

2) Quindi, abbiamo scritto che per esistere, un numero civico non ha impellente bisogno di un edificio esistente, ma questa situazione per quanto tempo può durare? Potremmo cavarcela diplomaticamente con un qualunquistico "non c'è una regola": se le pratiche relative ai permessi di costrure, se le attività inerenti la lottizzazione o il perdurare dei cantieri si dilungano, allora il comune potrebbe sopprimere i numeri civici assegnati come se si trattasse di circostanze di demolizione, ma di solito non lo fa, ritenendo, a torto a ragione non ci riguarda, di poter attendere; quindi quei civici invecchieranno e le loro coordinate geografiche seguiteranno a non poter esistere.

3) Comprensibilmente, il dettato delle specifiche ANNCSU, orientate a descrivere le modalità di implementazione dei dati all'interno dell'archivio dei numeri civici georiferiti - una volta disponibili - richiede tra le altre cose che il comune validi, integri, metta a confronto e pubblichi le sole risultanze geografiche e le correzioni emerse dalle precedenti attività di rilevamento e mappatura in carico al fornitore, ponendo queste ultime a confronto con il menzionato stradario già presente in ANNCSU, cosicchè si possano correggere situazioni errate, certo, così come è certo che non si potranno inventare le coordinate di quei famosi numeri civici assegnati e inesistenti nel nostro mondo reale, che tra l'altro ci ostiniamo a vivere e percepire come tridimensionale.

4) Ci sono per conseguenza alcune probabilità per cui determinati numeri civici sostanzialmente virtuali, vengano magari cancellati durante il processo descritto al precedente punto 3, pur essendo assegnati e di conseguenza vivi nella memoria ufficiale degli archivi comunali.

5) Questi numeri civici per cosi dire "in attesa di coordinate geografiche", però, non possono e non devono sparire, altrimenti il problema si ripropone nella dinamica stessa dell'interscambio comune – PDND, ove assisteremmo a un nuovo disallineamento tra i due dataset, anche e soprattutto a conferimento avvenuto, e questo non deve succedere.

La nostra proposta, rivolta ad ISTAT nei giorni scorsi, recepita e accettata nella sua interezza nel momento in cui sto scrivendo, è stata quella di considerare i civici che non possono avere una manifestazione geografica alla stessa stregua degli altri, di mantenerli all'interno del geodb conferito in ANNCSU e di monitorarne insieme al comune l'evoluzione, nell'ambito delle successive attività di aggiornamento previste.

Dalla problematica di cui sopra e da altre questioni annose che i comuni sovente non hanno le risorse umane e/o economiche necessarie per poter risolvere una volta per tutte, discende e finalmente oggi deflagra il tema della qualità dei dati. Molti comuni ci hanno confessato di vivere, giocoforza con passività, situazioni toponomastiche difficoltose in determinate frazioni o località del loro territorio, e in qualche caso anche in centro città. Questo significa (tra le altre cose) che è ora il momento di fare molta attenzione ai "consulenti" e ai fornitori dalle "informazioni geografiche facili", perchè una volta che l'Archivio Nazionale dei Numeri Civici e delle Strade Urbane sarà stato bonificato, normalizzato, integrato e georiferito dal comune, sarà quest'ultimo che verrà eventualmente chiamato in causa da Vigili del Fuoco, Protezione Civile, Multiutilities e chissà da quanti altri soggetti Istituzionali Centrali o Locali sovraordinati che si troveranno a dover utilizzare quei dati dopo averli scaricati.

Anche lo stesso bando PNRR per la georeferenziazione dei civici vi fa cenno, sostanzialmente dicendo che non c'è tempo per i collaudi della numerazione civica geografica conferita dal comune in banca dati PDND e contestualmente in ANNCSU, ma che successivamente, quando questi dati saranno impiegati dai loro legittimi utilizzatori (sostanzialmente l'intero mondo professionale), sarà il comune a dover rispondere della loro eventuale scarsa qualità, rivalendosi poi sul fornitore certo, ma tant'è, voglio dire che io non me lo rischierei un fornitore di alto rango e profilo basso che magari ha sgraffignato e raffazzonato i dati qua e là, e non lo farei non solo per quanto descritto sopra, ma anche per le ragioni della licenze d'uso di provenienza, ove queste non possano agevolmente e preventivamente essere dimostrate appartenere al fornitore medesimo. Che ne pensate?

Nel prequel del presente scritto, riflettevo sul fatto che "dopo avere imparato a leggere da sinistra a destra, sono poi trascorsi anni prima che io comprendessi la rilevanza di saper leggere tra le righe; e che dopo 35 anni di informazione geografica, ora ho imparato anche a leggere tra i dati".

Mi chiedo e vi chiedo quanto strategiche siano in grado di essere alcune banche dati geografiche, ed in particolare questa della toponomastica e della numerazione civica. Quante vite umane possono essere salvate, magari persone anziane che si sono perse nei dintorni di case di campagna, il cui numero civico geograficamente corretto è l'unico riferimento spesso conosciuto da chi chiama per chiedere aiuto, ad esempio il servizio 118. Quanto più efficaci possono essere le attività di sgombero della popolazione interessata da eventi alluvionali, incendi boschivi o altra calamità naturale o dolosa? Ecco, per non parlare delle attività correnti in capo ai comuni, naturalmente, quanti sopralluoghi in meno da realizzare, quando si hanno determinate informazioni in più.

E allora io credo che, almeno per una volta, noi tutti insieme dobbiamo cercare di dimostrarci interessati non tanto, solo e sempre all'utilizzo di tecnologie magari ancora acerbe e con pochi punti di contatto in corrispondenza del contesto in cui viviamo e lavoriamo, ma anche alla risoluzione, peraltro una tantum e a titolo pressochè definitivo, di una problematica che interessa davvero tutti e non perchè l'affrontarla rappresenti comunque un dovere istituzionale per i comuni, ma perchè è importante.

Mettiamoci nella condizione di completare sinceramente questa banca dati fondativa, più potente e necessaria di tanti altri livelli informativi che ci vengono descritti all'interno di una frase che comprende sempre la parola o desinenza "base", ma che di basilare alla prova dei fatti e con il passare tempo hanno dimostrato di avere molto poco. Riconosciamo il valore di un indirizzo preciso, geograficamente accurato, aggiornato e facente parte di un territorio comunale rilevato per intero, e io vi garantisco che ne avremo benefici, a partire dagli Enti Locali naturalmente, per proseguire con le istituzioni nazionali che hanno finalmente avuto la possibilità di agganciare un finanziamento da poter dedicare a questo genere di cose, le quali per troppo tempo sono state mortificate dalla preferenza oramai parecchie volte accordata all'osservazione satellitare, che ci mancherebbe si presta anch'essa a una moltitudine di utilizzi, ma vi prego di credermi, il mondo è governato da segni e simboli, non da leggi e frasi (Confucio), ove i segni e simboli nella nostra modernità sono costituiti da vettori e non da fotografie.

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Valerio Zunino
https://ch.linkedin.com/in/valerio-zunino
CEO and Founder StudioSit SA
Former Vice President Associazione AMFM GIS Italia
Former Professor at IUAV, Venezia & Università di Genova

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