Petrolio in mare tra Puglia e Calabria, sversamento da record di 400 km: una ferita nel Paese delle eccellenze

Petrolio in mare tra Puglia e Calabria, sversamento da record di 400 km: una ferita nel Paese delle eccellenze

Il 27 maggio 2025, un grave sversamento di petrolio ha interessato le acque delle coste italiane tra Puglia e Calabria, attenzionando complessivamente un tratto di circa 400 chilometri.

Tale reato ambientale, potrebbe configurarsi come un record mondiale per l’Italia in termini di estensione e impatto ambientale. Questo ennesimo evento drammatico mette in luce le contraddizioni del nostro bel Paese, noto nel mondo per le sue eccellenze ma purtroppo anche per gravi inadempienze ed emergenze ambientali.

Per avere una percezione della dimensione degli sversamenti di petrolio in mare, di norma, si parla di galloni riversati in mare o della durata degli stessi.

Per memoria, il grafico che segue, riporta le date, i luoghi dei maggiori disastri e i milioni di galloni sversati in mare sin dal 1967.

SversamentiFig. 1 Quantità di olio fuoriuscito in milioni di galloni

Mentre il record per la più lunga combustione continua e fuoriuscita di petrolio in mare, è di 11 ore e 48 minuti, ed è legata a Elastec/American Marine, Inc. (USA), per rimuovere l'olio versato a seguito dell'esplosione a bordo della piattaforma petrolifera Deepwater Horizon nel Golfo del Messico, USA; era il 19 maggio 2010.

La Puglia, con i suoi 850 chilometri di costa, è particolarmente esposta al rischio di inquinamento da idrocarburi, come confermato dalla Protezione Civile regionale, che ha evidenziato la complessità e la gravità dello scenario di rischio petrolifero nel mare pugliese.

La Calabria, d’altra parte, ha visto ripetersi episodi di sversamenti petroliferi, spesso senza un’efficace azione di contrasto, come denunciato da autorità locali e associazioni ambientaliste.

Uno dei casi più emblematici italiani, riguarda il Centro Oli di Viggiano, in Basilicata, non lontano da queste regioni, dove nel 2017 si è registrato uno sversamento di 400 tonnellate di petrolio, con contaminazione di suolo, sottosuolo e falde acquifere, e un’operazione di bonifica di cui non si conoscono i particolari. Questo sito ha rappresentato un vero e proprio disastro ambientale, con gravi ripercussioni sulla salute pubblica e sull’ecosistema, e ha portato a indagini giudiziarie e processi per reati ambientali contro la multinazionale coinvolta.

Alcune domande sorgono spontanee:

  • È attivo un piano di intervento rapido e coordinato per contenere e limitare gli effetti dello sversamento petrolifero, che prevede l’impiego di mezzi specializzati per la bonifica delle coste e del mare, nonché il monitoraggio continuo della situazione ambientale?
  • Le autorità regionali di Puglia e Calabria collaborano con la Protezione Civile e con le agenzie nazionali per mettere in campo risorse tecniche e umane adeguate?

Una domanda che, in rare occasioni c’è stata rivolta, anche da giornalisti esteri è: è possibile conoscere ed identificare immediatamente chi sta effettuando uno sversamento in mare?

La risposta è: in alcune occasioni è possibile, e nel seguito verrà dimostrato.

In questo particolare caso che si presenta, sarebbe stato possibile permettere, agli Enti Titolati dello Stato, tipo e-GEOS, e quelli deputati che fanno capo alla Comunità Europea, tipo il servizio offerto dall’EMSA (CleanSeaNet), di intervenire prontamente, fermare la nave cisterna/petroliera ed evitare che il continuato sversamento venisse portato a compimento.

I servizi di e-GEOS sono:

e-GEOS utilizza quotidianamente i dati SAR acquisiti dai satelliti delle costellazioni COSMO-SkyMed di Prima e Seconda generazione, dal satellite Sentinel-1A e da altri satelliti commerciali, e tramite SEonSE ha la capacità di rilevare e caratterizzare rapidamente sversamenti di petrolio in mare, individuando quando possibile la sorgente dello sversamento. Grazie ai propri asset – tra cui l’accesso diretto alle acquisizioni appena scaricate a terra dal satellite, un team operativo composto da personale esperto e dedicato alle attività di sorveglianza marittima, e la soluzione SEonSE – e-GEOS è in grado di fornire informazioni su ampie porzioni di mare aperto (dell’ordine di decine di migliaia chilometri quadrati), non facilmente monitorabili con sensori tradizionali; il tutto entro 30 minuti dall’acquisizione satellitare.

 

I servizi dell’EMSA sono:

CleanSeaNet è un servizio satellitare europeo di rilevamento di fuoriuscite di petrolio e di navi che offre assistenza agli Stati partecipanti per le seguenti attività:

  • Identificare e rintracciare l'inquinamento da petrolio sulla superficie del mare;
  • Monitoraggio dell'inquinamento accidentale durante le emergenze;
  • Contribuire all'individuazione degli inquinatori.

 

I dati satellitari acquisiti sono – indiscussi (non sempre):

  • Il satellite Sentinel-1A, alle ore 04:46:48.419567 UTC del giorno 27 maggio 2025, acquisisce l’immagine della Terra, in orbita Discendente 353, track 153, esattamente della zona compresa tra le coste della Puglia e dell’Albania, utilizzando un radar ad apertura sintetica (SAR), registrato con l’identificativo: S1A_IW_GRDH_1SDV_20250527T044753_20250527T044818_059375_075E9E_C6CC.SAFE
  • Il satellite Sentinel-1C, alle ore 16:37:51.481675 UTC del giorno 27 maggio 2025, acquisisce l’immagine della Terra, in orbita Ascendente 73, track 2519, esattamente della zona compresa tra le coste della Calabria e la Grecia, utilizzando un radar ad apertura sintetica (SAR), registrato con l’identificativo:

S1C_IW_GRDH_1SDV_20250527T163854_20250527T163919_002519_0053EF_A597.SAFE

L'analisi dei dati SAR (Synthetic Aperture Radar) si riferisce all'interpretazione di immagini ottenute da sensori radar ad apertura sintetica, che vengono utilizzati per il telerilevamento della superficie terrestre. Queste immagini permettono di ottenere informazioni dettagliate sullo stato e le variazioni della superficie, rendendole utili per una vasta gamma di applicazioni, come il monitoraggio di fenomeni naturali, la pianificazione urbana e la gestione del territorio. Le microonde emesse dai satelliti SAR infatti interagiscono con la superficie dell’oceano e vengono riflesse in modo diverso in funzione delle caratteristiche del materiale presente sulla superficie stessa. Le chiazze di petrolio che fluttuano sulla superficie marina creano una variazione nella rugosità superficiale: di conseguenza le onde capillari e più in generale le onde di gravità ne risultano smorzate. La variazione di rugosità della superficie marina – dovuta a presenza di patine di idrocarburi – viene facilmente rilevata dal sensore SAR, il quale registra le chiazze di petrolio come aree molto scure in contrasto con la circostante superficie marina più brillante.

Per evidenziare le anomalie, riconducibili alla presenza di olii/petrolio in mare, si è seguita la metodologia consigliata dall’Agenzia Spaziale Europea. Stessa metodologia, ma acquisendo dati in formato OCN, è stata seguita per la comprensione la direzione e velocità del vento. Nel merito della scelta di formato, ossia tra GRD o OCN, la stessa è stata condizionata dalla non disponibilità delle orbite precise, in seno al DB del Progetto Copernicus, perché troppo recenti. 

 

Analisi del dato SAR di Sentinel-1A delle ore 04:46:48.419567 UTC del giorno 27 maggio 2025

L’analisi dei dati acquisiti ha permesso di identificare una nave cisterna/petroliera in navigazione che, in intervalli temporali separati e non continui, ha rilasciato in mare sostanze oleose. Tali intervalli sono stati quantizzati e, mediamente, sono di circa 25-30 km (13.5-16 nmi). Le caratteristiche chimico-fisiche di tali sostanze suggeriscono che si tratti presumibilmente di idrocarburi, verosimilmente derivati dal petrolio. Nell’istante della presa, la nave cisterna/petroliera, si trovava rispettivamente distante dai seguenti Enti:

Guardia Costiera, Ufficio di San Foca – 33 km;

Guardia Costiera, Ufficio di Otranto – 37 Km;

Guardia Costiera, Ufficio di San Cataldo – 38 km.

Nell’immagine che segue, i cerchi rossi sono i punti di misura attraverso l’impiego del Profile Plot, il cerchio bianco contiene l’esatto punto della nave cisterna/petroliera.

Amplitude

 

Per comprendere direzione e velocità dei venti, al momento della registrazione del dato SAR, avvenuta alle 04:46:48.419567 UTC, l’elaborazione che segue ne rappresenta i parametri e i tratti.

Vento

 

Analisi del dato SAR di Sentinel-1C delle ore 16:37:51.481675 UTC del giorno 27 maggio 2025

L’analisi dei dati acquisiti ha permesso di identificare una nave cisterna/petroliera in navigazione che, sempre con intervalli temporali separati e non continui, ha continuato a rilasciare in mare sostanze oleose. Tali intervalli sono stati quantizzati e, mediamente, sono di circa 25-30 km (13.5-16 nmi). Le caratteristiche chimico-fisiche di tali sostanze suggeriscono che si tratti presumibilmente di idrocarburi, verosimilmente derivati dal petrolio. Nell’istante della presa, la nave cisterna/petroliera, si trovava a 245 km della Capitaneria di Porto Guardia Costiera Comando COMPAMARE Crotone.

Analisi

 

Per comprendere direzione e velocità dei venti, al momento della registrazione del dato SAR, avvenuta alle 16:37:51.481675 UTC, l’elaborazione che segue ne rappresenta i parametri e i tratti.

Conclusione

 

Conclusioni

Il tempo tra l'acquisizione dei dati SAR (Synthetic Aperture Radar) del satellite Sentinel-1 e la loro divulgazione varia, ma generalmente è molto rapido. I dati sono resi disponibili agli utenti entro poche ore dall'acquisizione. I dati GRD (Ground Range Detected) vengono aggiornati quotidianamente e i nuovi dati vengono importati entro due giorni dalla loro disponibilità secondo Google for Developers. Questo rende i dati Sentinel-1 adatti per applicazioni che richiedono aggiornamenti rapidi, come il monitoraggio di eventi naturali o il monitoraggio del territorio.

Nel giorno 27 maggio 2025, il tempo che intercorre tra il passaggio di Sentinel-1A, ossia alle ore 04:46:48.419567 UTC e Sentinel-1C, ossia alle ore 16:37:51.481675 UTC, è di circa 11:51 ore.  Nella peggiore delle ipotesi, il dato era disponibile alle ore 07:56 UTC.

Analizzando il dato OCN delle ore 16:37:51.481675 UTC, risulta pressoché evidente che la superficie oleosa, presumibilmente petrolio, si è diretta verso le coste della Puglia e della Calabria.

La traccia dello sversamento, seppur intermittente e minima in alcuni tratti, si estende complessivamente per circa 400 km.

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Gli strumenti software utilizzati per l'analisi dell'immagine satellitare:
-ENVI versione 5.6.2 ENVI, distribuito da NV5 (https://www.nv5geospatialsoftware.com/Products/ENVI), è il software di elaborazione e analisi delle immagini standard del settore e la tecnologia sottostante per l'ecosistema di soluzioni ENVI. Viene utilizzato da analisti di immagini, professionisti GIS, scienziati e organizzazioni di tutto il mondo per prendere decisioni critiche e risolvere problemi difficili con sicurezza.

-SNAP
La Sentinel Application Platform (SNAP) è ideale per l'elaborazione e l'analisi dell'osservazione della Terra (EO) grazie alle seguenti innovazioni tecnologiche: estensibilità, portabilità, piattaforma modulare, astrazione di dati EO generici, gestione della memoria ottimizzata e un framework di elaborazione dei grafici. SNAP e i singoli Sentinel Toolbox supportano numerosi sensori Sentinel. L'ESA/ESRIN fornisce gratuitamente SNAP (https://earth.esa.int/eogateway/tools/snap) alla comunità dell'osservazione della Terra.

-QGIS
Sistema di Informazione Geografica Open Source facile da usare, rilasciato sotto la GNU General Public License (https://www.qgis.org/). QGIS è un progetto ufficiale della Open Source Geospatial Foundation (OSGeo). Funziona su Linux, Unix, Mac OSX, Windows e Android e supporta numerosi formati vettoriali, raster, database, con varie funzionalità.

(Crediti dell'elaborazione: Massimo Morigi 2025, Associazione Cova Contro)

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