La Citizen Science, ovvero il coinvolgimento di cittadini volontari nel processo scientifico, sta assumendo un ruolo sempre più importante nell'individuazione delle verità a terra nel telerilevamento, anche grazie alla forte partecipazione e la divulgazione attraverso i social.
Ecco come:
- Monitoraggio su larga scala - la citizen science permette di raccogliere una notevole quantità di dati a basso costo grazie al coinvolgimento di un gran numero di volontari. Questo consente di effettuare monitoraggi su vasta scala spaziale e temporale, ottenendo informazioni difficilmente raggiungibili con i metodi tradizionali;
- Validazione dei dati da satellite - i dati raccolti dai cittadini possono essere utilizzati per validare e calibrare le misurazioni effettuate dai sensori remoti sui satelliti. Questa verifica "a terra" è essenziale per garantire l'accuratezza delle informazioni derivate dal telerilevamento;
- Monitoraggio ambientale - molti progetti di citizen science si concentrano su tematiche ambientali come la biodiversità, l'inquinamento, la qualità dell'acqua e dell'aria. I dati raccolti dai cittadini contribuiscono a mappare e monitorare questi fenomeni su ampia scala, integrandosi con le informazioni satellitari;
- Coinvolgimento della comunità - il coinvolgimento diretto dei cittadini nella ricerca scientifica li rende più consapevoli dell'importanza della scienza e dei suoi limiti;
Questo può portare a un cambiamento nei comportamenti individuali e a uno sviluppo di una cittadinanza più attenta e interessata alle tematiche ambientali.
In sintesi, la citizen science rappresenta un prezioso complemento al telerilevamento, permettendo di validare i dati da satellite, monitorare l'ambiente su larga scala e coinvolgere attivamente le comunità locali. Questo approccio contribuisce a rendere la scienza più corrispondente alla verità, accessibile e rilevante per i cittadini.
Il telerilevamento misura l’energia che viene emanata dalla superficie terrestre. Se la sorgente dell’energia misurata è il sole, allora si chiama “telerilevamento passivo”, mentre se l’energia misurata non viene emessa dal Sole, ma da un sensore artificiale allora è definito come “telerilevamento attivo”.
Questo articolo ha preso le mosse dopo la segnalazione avvenuta con la divulgazione di un video realizzato da un volontario attraverso un deltaplano a motore, della consistente presenza di mucillagine nei primi giorni di questo mese nell’area tra Misano Adriatico e Rimini.
Tale video è stato lanciato su FB ed è subito rimbalzato sui siti di molti divulgatori.
La biologa Cristina Mazziotti, responsabile della Daphne, la struttura oceanografica dell’Emilia Romagna, intervistata in merito al ricomparsa del fenomeno comunica che “l’equipaggio della Daphne impegnato nei controlli in mare” e ci rassicura affermando che "si tratta di un fenomeno assolutamente naturale e non nocivo per la nostra salute. La mucillagine è una sostanza prodotta dai fitoplancton in mare. È sempre esistita, non è causata né dall’inquinamento né dai fiumi".
Di parere diverso il Dott. Sauro Pari, presidente di Fondazione Cetacea e tra i massimi esperti sulla salute e la vita del mare Adriatico il quale dichiara che: “Il vero problema è che quest’anno ha fatto poco freddo e le alghe sono proliferate in modo abnorme, in più dai fiumi è arrivata tanta acqua, per via delle numerose piogge, e c’è stato un aumento della produzione algale. Questo crea le mucillagini”. Inoltre sottolinea l’insolita manifestazione del fenomeno che: “di solito sono fenomeni che si manifestano verso fine luglio e i primi di agosto, si verificano al largo, invece questa volta sotto costa e persistente”
Certo è che la presenza della mucillagine nel mar Adriatico, in questo specifico caso, si può rilevare sin dal 28 giugno. Effettivamente le immagini di Sentinel 2, opportunamente elaborate e visibili nella combinazione SWIR (Short Wave Infrared. Infrarosso ad onde corte), permettono di comprendere l’esatta posizione nel mar Adriatico della presenza di mucillagine.
L’immagine che segue, ci permette di perimetrare le formazioni, ma non ci permette di ipotizzare che la mucillagine potrebbe provenire dal Po di Goro e/o dal Po della Donzella, ma nel contempo ci permette di immaginare che essi animano e spingano le formazioni di mucillagine li presenti a dirigersi verso sud.
La presenza della mucillagine nel Mar Adriatico ha una sua documentata storia.
Quella di questi giorni, ha sicuramente provocato disagi, ma non può essere certo paragonata, per gravità ed estensione, a quella avvenuta, sempre nel mese di luglio, ma del 1989. Le immagini dei satelliti Landsat 4 e 5, lanciati rispettivamente nel luglio del 1982 e nel marzo 1984, permisero di comprendere la vastità del fenomeno (più di 600 km di spiagge investite dal fenomeno), ma anche quelle effettuate da volontari, permisero di documentare la gravità e lo sconforto della popolazione sul Lido degli Scacchi (FE).
Considerando l’importanza che assume l’acquisizione a basso costo delle verità a terra, quali sono i principali ostacoli alla diffusione della citizen science?
I principali ostacoli alla diffusione della citizen science includono:
- Barriere culturali e istituzionali - la citizen science è ancora vista con scetticismo da parte della comunità scientifica tradizionale, che teme una perdita di controllo e di qualità dei dati raccolti. Questo atteggiamento può creare resistenze all'interno delle istituzioni accademiche e di ricerca;
- Accessibilità e inclusività limitate - molti progetti di citizen science richiedono l'utilizzo di tecnologie e strumenti digitali che non sono accessibili a tutti i cittadini, escludendo così fasce di popolazione meno avvantaggiate;
- Mancanza di riconoscimento e incentivi - i contributi dei cittadini volontari non sono spesso adeguatamente riconosciuti e valorizzati dalla comunità scientifica. Questo può scoraggiare la partecipazione a lungo termine;
- Problemi di qualità e affidabilità dei dati - esiste una preoccupazione sulla qualità e l'affidabilità dei dati raccolti dai cittadini, che possono essere meno precisi rispetto a quelli raccolti da ricercatori professionisti. Questo richiede investimenti in formazione e capacità per le Associazioni di volontariato con taglio ambientale, di poter usufruire di fondi per l’acquisto di strumenti di verifica.
- Sostenibilità e finanziamenti a lungo termine - molti progetti di citizen science dipendono da finanziamenti temporanei e non hanno una prospettiva di sostenibilità a lungo termine, rendendo difficile il mantenimento e lo sviluppo delle attività.
Per contrastare questi ostacoli, si sottolinea che serve lavorare sulla sensibilizzazione culturale, sull'inclusività, sul riconoscimento dei contributi e sulla garanzia di qualità dei dati raccolti. Un maggiore impegno istituzionale e finanziario è fondamentale per consolidare la citizen science come approccio complementare alla ricerca scientifica tradizionale.
Mi permetto di citare una incoraggiante esortazione, che condivido nella sua interezza, fatta dal Presidente dei GUFI dott. Giovanni Damiani che, ricordando il suo impegno come studioso e ricercatore proprio sulla tematica mucillagine consiglia “meno convegni e più impegni”
By Massimo Morigi – Associazione Cova Contro