Il 13 marzo 2025, un grave sversamento di petrolio ha colpito la provincia di Esmeraldas, situata nella parte nordoccidentale dell'Ecuador – esattamente parliamo di circa 2.400 (duemilaquattrocento) kmq.
L'incidente è avvenuto nel settore El Vergel-El Mirador del cantone di Quinindé, a causa della rottura di un tratto del Sistema di Oleoducti Transecuadoriano (SOTE), una delle principali infrastrutture che trasporta il greggio dai giacimenti dell'Amazzonia fino alla costa per la raffinazione ed l'esportazione. Secondo le indagini preliminari condotte dalla compagnia petrolifera statale Petroecuador, la causa del disastro sarebbe stata una frana provocata dalle abbondanti piogge, che ha danneggiato l'infrastruttura all'altezza del chilometro 431 dell'oleodotto.
La fuoriuscita ha avuto conseguenze immediate e devastanti. Il petrolio si è riversato nel fiume Esmeraldas, il principale corso d'acqua della provincia, alterandone drasticamente il colore e penetrando nei pendii circostanti. Il sindaco di Esmeraldas, Vicko Villacís, ha descritto l'evento come un disastro che ha causato "danni senza precedenti". La marea nera ha rapidamente invaso diverse riserve naturali, aree di mangrovie ed estuari del fiume, mettendo a rischio ecosistemi particolarmente delicati e biodiversi.
L'impatto sulla popolazione locale è stato altrettanto grave. Le autorità hanno dovuto sospendere la captazione di acqua dal fiume Esmeraldas che riforniva la città omonima, a causa della presenza di idrocarburi. Questo ha generato una crisi idrica che ha richiesto razionamenti e l'utilizzo delle riserve d'acqua, stimate in circa 35 milioni di litri, per garantire il minimo approvvigionamento alla popolazione. Secondo le stime del Ministero dell'Ambiente ecuadoriano, l'incidente ha colpito direttamente almeno 966 famiglie residenti nelle zone contaminate.
Di fronte alla gravità della situazione, il Comitato per le operazioni di emergenza (Coe) dell'Ecuador ha dichiarato lo stato di emergenza ambientale nella regione. Il presidente ecuadoriano Daniel Noboa Azin è intervenuto personalmente sulla questione, affermando attraverso il suo account ufficiale sulla piattaforma X che "Petroecuador deve assumersi la propria responsabilità" e che, "a differenza del passato, questa volta risponderà per le sue azioni con l'obbligo di effettuare la bonifica a Esmeraldas".
In situazioni di emergenza ambientale come quella di Esmeraldas, le tecnologie di telerilevamento satellitare giocano un ruolo cruciale per valutare l'estensione del danno e guidare le operazioni di risposta. Il programma Copernicus dell'Unione Europea rappresenta uno degli strumenti più avanzati in questo campo, con la sua "costellazione" di satelliti Sentinel che forniscono dati costanti e dettagliati sullo stato del nostro pianeta.
I satelliti Sentinel-1, dotati di tecnologia radar ad apertura sintetica (SAR), sono particolarmente efficaci nel rilevamento e monitoraggio degli sversamenti di petrolio in mare e nelle acque interne. A differenza dei sensori ottici, che possono essere limitati dalle condizioni meteorologiche o dall'illuminazione, i radar di Sentinel-1 possono operare in qualsiasi condizione atmosferica, di giorno e di notte, fornendo immagini chiare anche in presenza di nuvole o pioggia - condizioni frequenti, come in questo caso, in regioni tropicali come l'Ecuador.
Il sistema radar di Sentinel-1 è in grado di rilevare la presenza di petrolio sulla superficie dell'acqua grazie alla diversa risposta del segnale radar tra l'acqua pulita e quella contaminata dagli idrocarburi. Il petrolio tende a smorzare le increspature superficiali dell'acqua, creando aree più lisce che appaiono come zone più scure nelle immagini radar. Questa caratteristica permette di mappare rapidamente l'estensione delle fuoriuscite e di monitorarne l'evoluzione nel tempo.
Nel caso di Esmeraldas, l'utilizzo dei dati Sentinel-1 potrebbe fornire una visione completa e aggiornata della diffusione del petrolio lungo il fiume e nelle aree circostanti, superando le difficoltà di accesso fisico a molte delle zone colpite e ottimizzando così gli sforzi di contenimento e bonifica.
Un approccio particolarmente efficace nel monitoraggio degli sversamenti petroliferi è l'integrazione di diversi tipi di dati satellitari. Un esempio significativo è rappresentato dal progetto italiano SatellOmic, sviluppato sotto la supervisione dell'Istituto Superiore di Sanità (ISS), dell'Agenzia Spaziale Italiana (ASI) e della Scuola di Ingegneria Aerospaziale (SIA).
Questo progetto utilizza algoritmi avanzati per elaborare le immagini dei satelliti Sentinel-2 dell'Agenzia Spaziale Europea, analizzando in tempo reale l'inquinamento da idrocarburi e le fioriture algali nei bacini idrici. L'innovazione principale di SatellOmic risiede nella sua capacità di contribuire al monitoraggio, al tracciamento e alla pianificazione della bonifica ambientale prima che le sostanze inquinanti raggiungano siti particolarmente sensibili.
Questo esempio illustra chiaramente come l'integrazione dei dati di Sentinel-1 con quelli di altri satelliti possa fornire informazioni cruciali per la gestione di emergenze ambientali come quella di Esmeraldas, offrendo una comprensione più completa dell'estensione e dell'evoluzione del disastro.
Il dato fruibile, per constatare la presenza di petrolio nel Fiume Ecuador e nella porzione di mare, è quello del 18 marzo 2025, esattamente a distanza di cinque giorni dallo sversamento di petrolio. L’elaborazione del dato Sentinel-1 è avvenuta impiegando i sw: ENVI v. 5.6.2, SNAP e QGIS. Il Profile Plot, ancora una volta, ci permette di individuare e perimetrare le anomalie che sono riconducibili ad uno sversamento di petrolio.
Il disastro petrolifero di Esmeraldas rappresenta un caso emblematico di come le conseguenze di un singolo incidente possano propagarsi rapidamente, colpendo ecosistemi diversi e mettendo a rischio la salute e il benessere delle comunità locali. In questo contesto, le tecnologie di monitoraggio satellitare come quelle offerte dai Sentinel-1 emergono come strumenti indispensabili non solo per la risposta alle emergenze, ma anche per la prevenzione e la pianificazione a lungo termine.
Mentre l'Ecuador affronta le conseguenze immediate di questa catastrofe ambientale con dei numeri quali quelli di 2.400 (duemilaquattrocento) kmq, diventa sempre più evidente la necessità di investire in sistemi di monitoraggio avanzati e in strategie di prevenzione efficaci. I satelliti Sentinel, con la loro capacità di fornire dati costanti e dettagliati sullo stato del nostro pianeta, rappresentano una risorsa fondamentale in questa direzione, offrendo gli strumenti necessari per proteggere l'ambiente e salvaguardare le comunità vulnerabili dagli impatti devastanti dell'inquinamento da petrolio. Cova Contro è ancora una volta presente su questo fronte.
Dott. Massimo Morigi 2025, Associazione Cova Contro