INSPIRE e open source: paradigmi di interoperabilità dei dati geospaziali

INSPIRE e open source: paradigmi di interoperabilità dei dati geospaziali

Nelle politiche dei dati europee e nazionali l’interoperabilità dei dati viene indicato come un obiettivo da perseguire e mantenere stabilmente nel tempo. In questo panorama in rapida evoluzione, i principi della Direttiva INSPIRE 2007/2/EC costituiscono un paradigma di riferimento, già ampiamente collaudato, per quelle organizzazioni, di diversa natura e dimensione, che a vario titolo puntano a creare valore dai dati geospaziali.

In tale contesto, in un intervento effettuato nella sessione GFOSS alla Conferenza ASITA 2022, Giacomo Martirano di Epsilon Italia, ha condiviso le esperienze maturate nel corso di due progetti internazionali.

Il primo è il progetto GO-PEG (Generation of cross border Pan European Geospatial Datasets and Services), nel quale diversi casi d’uso sono stati co-creati dai partner di progetto e da stakeholders pubblici e privati che ricoprono il ruolo di fornitori e/o utenti dei dati. I casi d’uso sono allineati sia con l’evoluzione della condivisione Europea dei dati ambientali, sancita dalla Strategia Europea per i dati (con relativa creazione prevista di un mercato unico Europeo dei dati) che con i requisiti della Direttiva sugli Open Data sulla disponibilità di High Value Datasets (libero accesso e riuso, machine readability, accessibilità tramite APIs, disponibilità come ‘bulk download’, ove necessario).

In particolare, il caso d’uso geoCOVID Watch, partendo dai risultati del progetto API4INSPIRE e dalla OGC SensorThings API INSPIRE Good Practice, mostra come sia possibile contribuire a migliorare la comprensione delle diverse fasi della pandemia e dei suoi impatti, ad esempio correlando le cifre del COVID-19 con le sottostanti metodologie. Attraverso l’uso delle STA (SensorThings APIs), infatti, è stato possibile documentare ed esporre in maniera trasparente una serie di metriche statistiche e soprattutto legarle direttamente ai dati.

Il caso d‘uso “go-depth”, co-creato con ISPRA (Istituto Superiore per la Protezione e la Ricerca Ambientale), ha messo a punto una metodologia ed un modello dati per concettualizzare, organizzare e condividere informazioni geologiche sub-superficiali. In ottica di interoperabilità, il modello dati è stato sviluppato come estensione del modello dati INSPIRE per il tema Geology. I dati sono condivisi mediante API conformi allo standard OGC API – Feature e sono scaricabili sia in formato GeoPackage che GeoJSON, anticipando pertanto l’applicazione dei requisiti sugli High Value Datasets.

Il secondo progetto presentato è CORDA (Copernicus Reference Data Access), commissionato dall’Agenzia Ambientale Europea, in cui l’infrastruttura INSPIRE (metadati, dati e servizi) viene riusata per la creazione e l’aggiornamento di dataset pan-European per i temi Hydrography e Buildings, scaricabili in formato GeoPackage e usati come dati di riferimento dagli utenti del CEMS (Copernicus Emergency Management Service).

Per quanto entrambe le esperienze condivise mettano in luce significativi passi avanti compiuti in chiave di interoperabilità dei dati geospaziali, è altrettanto evidente che ce ne sono ancora altri da compiere, non solo per superare qualche ostacolo di natura tecnica che si manifesta quando dai princìpi di carattere generale si passa alle fasi di attuazione concreta, ma soprattutto per assicurare le adeguate conoscenze, competenze e abilità delle risorse umane necessarie per l’esecuzione dei vari processi. Da ultimo, ma non per importanza, è necessario dare il giusto peso a tutti gli aspetti dell’interoperabilità: quello tecnico, quello semantico, quello legale e quello organizzativo.


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