Ma che confusione per i geometri italiani!

Ma che confusione per i geometri italiani!

Parliamo ancora una volta  dei geometri italiani. Dal punto di vista giuridico, vale ancor oggi la disposizione seguente:

Il titolo di geometra spetta a coloro che abbiano conseguito il diploma di agrimensura dei Regi istituti tecnici o il diploma di abilitazione per la professione di geometra, secondo le norme del R.D. 6 maggio 1923, n. 1054.

Ma i “Regi istituti tecnici” (e nemmeno quelli successivi “statali”) per geometri non esistono più, sostituiti da quelli per i “CAT”, anche se si celebrano ancora ogni anno gli “esami di stato per l’abilitazione all’esercizio della libera professione di geometra”. Dal canto loro, i “Collegi provinciali dei Geometri e Geometri laureati”, insieme al Consiglio Nazionale, continuano a iscrivere “Geometri Laureati”, laureati sì, ma in discipline varie che vanno dalla giurisprudenza alle scienze commerciali, dall’architettura (in genere triennale) alla statistica attuariale ma non alle discipline tipiche del geometra. Infatti e nonostante il passare del tempo, il disegno di legge della senatrice Simona Malpezzi, è rimasto tale, così come si vede passeggiando su e giù per Google: 

02/12/2019. Laurea per geometri, il CNGeGL riaccende i riflettori sulla riforma. L’obiettivo è partire l’anno prossimo con il corso di laurea triennale abilitante che contribuirà al rilancio della categoria. Fonte: CNGeGL 

 Vedi Aggiornamento del 20/10/2020

02/12/2019 - Concludere entro il prossimo anno la riforma che porterà al corso di laurea triennale abilitante per geometri, caratterizzato da un piano di studi altamente professionalizzante e da un impianto didattico capace di tutelare la specificità dell’indirizzo.
Questo l’obiettivo del Consiglio Nazionale Geometri e Geometri Laureati (CNGeGL) ribadito nel corso del 45esimo Congresso nazionale tenutosi dal 28 al 30 novembre.

Laurea per geometri: tutti le Lauree professionalizzante per geometri entro l'anno prossimo?

Durante il convegno si sono riaccesi i riflettori sull’iter legislativo che porterà all’attivazione del corso di laurea triennale abilitante dedicato alla professione. I geometri puntano a ‘concludere la partita’ entro l’anno prossimo.
Ma qual è la differenza fondamentale tra le lauree triennali riservate ai professionisti tecnici e la nuova laurea per geometri? Un aspetto fondamentale per la Categoria risiede nel fatto che il corso di laurea triennale sia abilitante; in questo modo, lo studente che consegue il diploma di laurea abilitante potrà iscriversi direttamente all’Albo professionale e iniziare a esercitare la libera professione, ottimizzando il periodo previsto per il praticantato e per l’esame di Stato.
«La professione si evolve ma la figura del geometra resta centrale nella vita di tutti noi» dichiara Maurizio Savoncelli, Presidente del Consiglio Nazionale Geometri e Geometri Laureati. Rivendicando il ruolo strategico del Consiglio Nazionale: «Il nostro impegno è di dare forma e sostanza a una visione del futuro della professione che unisca concretezza e legittima ambizione. Una progettualità concreta e a misura di professionisti, da condividere con una platea crescente di interlocutori: dai cittadini alle amministrazioni pubbliche, fino al mondo accademico e associativo e al terzo settore. Una progettualità all’insegna della sinergia, della crescita e della fiducia di chi guarda al futuro avendo ereditato un solido passato».

ddl ‘in gioco’  

I Geometri si sono dati sempre molto da fare sul fronte della laurea per geometri: il primo testo, dell’On. Simona Flavia Malpezzi (AC4030), è del 2016; a seguito delle elezioni anticipate è stato necessario depositare nuovamente il testo (ddl 57)
In più, recentemente, i Geometri hanno fatto depositare in Senato (ancora in attesa dell’avvio dell’iter parlamentare), 
altri disegni di legge sull’argomento: il ddl 1375, a firma del Senatore Mario Pittoni, e il ddl 771 a firma dell’On.le Guido Della Frera. Entrambe le proposte disciplinano la professione di geometra e contengono le norme per l'adeguamento delle competenze professionali. Una terza proposta, infine, è stata presentata dall’On.le Roger De Menech (Atto Camera n. 560).
Nell’attesa dell’esito del percorso parlamentare, i geometri hanno avviato negli scorsi anni delle 
sperimentazioni sul territorio attraverso corsi di laurea triennali, ispirati alla proposta di legge, denominati “Costruzioni e Gestione del Territorio”.
Sono sei gli studenti che finora hanno raggiunto la laurea in questi percorsi: 5 presso il Polo Universitario del Geometra Laureato di Lodi e 1 presso l’ateneo di San Marino.

Chiedo scusa per la lunghissima citazione: non vedo altra via per esporre questo incredibile pasticcio. Il DDL Malpezzi è del 2016, ma di “Geometri laureati” si parla dallo scorso millennio!

Mi sono occupato molte volte, anche su questa prestigiosa rivista, del geometra italiano facendo notare l’enorme differenza esistente fra questa figura professionale nei confronti dell’Europa e del mondo intero. E’ inutile che io indichi la bibliografia corrispondente: la si trova facilmente su Google, Ricorderò soltanto che solo nel Bel Paese si contano centomila e più “geometri” che fanno di tutto, dall’amministrazione di condomini ai cassieri bancari, ma non si occupano della Terra e delle sue dimensioni.

Nei paesi UE i geometri (tutti di formazione universitaria) sono alcune migliaia e NON fanno progetti e direzione di edifici, nemmeno rurali, ma solo se del caso di strade e di ricomposizione fondiaria. Del resto, anche in questa odierna Italia i geometri veri, riuniti dalla benemerita AGIT (Associazione Geometri Italiani Topografi) ammontano ad alcune migliaia. Uno di loro, il benemerito Pasquale Aprile, mi ha recentemente donato una rara copia della rivista “Il Geometra Italiano” della fine dell’anno 1935: una “chicca” che illustra un’altra Italia, un altro mondo. Su quella rivista scrissi anche io, negli anni Cinquanta dello scorso secolo: credo che cessò le pubblicazioni un decennio dopo. 

Che dire ancora? Francamente non lo so! Mi pare solo che sul tema “Geometri” regni da noi una grande confusione, che certamente non ci dona. Ma la FIG non potrebbe intervenire, con la sua autorità sovranazionale? Perché accetta ancora come socio il CNGeGL, sigla in fondo non veritiera?

 

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