Nel secolo scorso, i testi universitari di topografia non furono molti: di spicco la “Topografia Generale” di Giuseppe Inghilleri per i tipi della allora famosa UTET di Torino, fra l’altro recante il primo testo di calcolo in Fortran.
Un poco più datati i libri di Giovanni Boaga, di Luigi Solaini, di Giorgio Folloni. Mi si permetta di ricordare, come ultimo della serie, quello scritto da Bezoari, Monti e Selvini ancora della citata UTET (2002) e poi basta.
Anche nell’ambito dei libri per gli Istituti Tecnici, dopo la notevole serie vista verso la metà del Novecento, il nuovo millennio ha poco da offrire, e per di più con materiale datato. Basta vedere gli anni di uscita di alcuni di tali testi:
Topografia generale. Per gli Ist. tecnici per geometri
Lunghezza stampa. 160 pagine · Lingua. Italiano · Editore. Conte Edizioni · Data di pubblicazione gennaio 2002
Misure rilievo progetto. Moduli di topografia. Per il triennio
Autore: Renato Cannarozzo, Lanfranco Cucchiarini, Walter Meschieri ; Editore: Zanichelli. Anno edizione: 2003.
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Topografia. Per gli Ist. tecnici per geometri
Strumenti semplici, misura diretta delle distanze
di Massimiliano Pasini Editore: Calderini Data di Pubblicazione: 2009
Come si vede, sono passati mediamente vent’anni e nel frattempo la topografia è molto cambiata, anche per la commistione con il nuovo trattamento delle immagini e l’uso locale di droni.
Qualche anno fa, nel recensire un volume del tutto nuovo su questa stessa rivista, sottolineavo quanto segue:
Scrivere oggi un testo di topografia per i nuovi periti “CAT”, successori ancora non bene identificati dei geometri, sarebbe piuttosto difficile, anche per via del nuovo programma voluto dal MIUR, che chi scrive ha duramente censurato e non solo su questa rivista. Peraltro anche nel settore universitario italiano (a differenza di quanto si vede in Europa) non sembrano spiccare testi strettamente connessi alla realtà attuale, quella del secondo decennio del ventunesimo secolo. A sommesso parere dello scrivente, anche le “lezioni” e le “dispense” delle varie università nostrane, ricavabili dall’esame su Internet, sembrano piuttosto datate. Ciò a differenza per esempio, di quanto leggo su di un paio di testi, ovviamente scritti nella lingua di Goethe, avuti in omaggio da colleghi del Politecnico Federale di Zurigo.
Recensivo il bel libro Topografia di Base - Fondamentali della geomatica per la misura e la rappresentazione del territorio, autori Aldo Riggio, Renzo Carlucci; Editore: EPC. Libro dedicato a tutti coloro che praticano il rilevamento a scopo cartografico indipendentemente dalla loro formazione tecnica od universitaria. Libro serio, ben fatto, da autori di pregio e consapevoli di ciò che era al momento la tecnica della misura e della rappresentazione; libro che consiglio ancora a tutti i topografi della benemerita AGIT.
Dopo di allora non è uscito nulla di più, sino ad oggi: infatti proprio oggidì mi arriva in dono, da cari ed illustri colleghi del Politecnico milanese, il bel volume: “Elementi di topografia e di trattamento dele osservazioni”, autori Riccardo Barzaghi, Livio Pinto e Diana Pagliari, edito da CittàStudi di Milano, con ben 530 pagine. Eccone il frontespizio:
I primi due autori sono miei illustri colleghi ed amici del vecchio DIIAR, retto allora da Carlo Monti e con la presenza di topografi del calibro di Mariano Cunietti, Corrado Mazzon, Valentino Tomelleri, Giorgio Bezoari, nonché di un illustre geodeta, Fernando Sansò. Proprio con lui Barzaghi lavorò assiduamente, nell’ambito della collaborazione con l’Istituto Geografico Militare, per la definizione del geoide italiano, del quale nel libro si danno immagine e dati.
Con non poca meraviglia seguita subito da piacere, ho sfogliato, e poi letto e riletto con cura questo bel volume, compiacendomi per ogni sua pagina. Credo che non vi sia altro libro di topografia, privo del tutto di immagini degli strumenti relativi: dal teodolite al livello, dalle stadie ai prismi, dai ricevitori satellitari alle antenne; approvo totalmente quanto scrivono in proposito gli Autori: “…volutamente non si è entrati nella descrizione degli strumenti di misura tradizionali che sono ancora oggi oggetto di modernizzazione a causa del pesante impatto dell’elettronica e dell’informatica nel processo di misura”. Immagino però il sussulto delle case costruttrici, oggi riunite in gruppi multinazionali, vedendo La strumentazione topografica relegata in “Appendice”.
Pensando al loro bel lavoro, mi sono ricordato di quanto mi disse un giorno, durante un volo verso Helsinky, Giuseppe Inghilleri: “Vedi, il professore “professa” mentre l’insegnante si limita ad “insegnare”. Professa con arte, esercita con maestria, aiuta ed introduce lo studente nella ricerca del nuovo, del mondo da scoprire”. Ciò si addice pienamente ai tre autori, indubbiamente “professori” a pieno titolo. Un’altra novità piacevole per un testo universitario, è la presenza assidua di “Esercizi” dopo ogni capitolo: e, badate bene, non si tratta come accadeva (ed accade ancora oggi) nei libri per gli Istituti Tecnici, di banali invenzioni più o meno attendibili, bensì del riporto di operazioni veramente eseguite sul campo e qui descritte in modo adeguato.
Corretti e continui i richiami ai fondamenti di geodesia e di cartografia, ai sistemi di riferimento italiani ed internazionali, oggi ben più complessi di quanto non fossero mezzo secolo fa, con immagini impeccabili e soprattutto “attuali” e non “recuperate”. Le molte, moltissime formule presenti nel libro sono chiarissime e redatte con grande cura. Ciò che mi pare forse un poco ridondante è la parte di trattamento delle osservazioni, che occupa oltre duecento pagine: anche se sono ben conscio dell’importanza che tale operazione ha sui risultati delle misure. Ricordo a tale proposito le piacevoli discussioni, di molti decenni fa, con Mariano Cunietti e con Giovanna Togliatti.
Ho notato i riferimenti ad alcuni personaggi di spicco del mondo passato della geodesia e della matematica; due parole su Ignazio Porro da un lato, e su Willebrord Snell van Royen, qui ricordato semplicemente come Snellius, col suo “trium locorum intervallis inter se datis” dall’altro, non mi sarebbero dispiaciute, così forse come il ricordo di quanto fece Carl Friedrich Gauss per il calcolo.
Sugli strumenti, come già detto, poco ma con grande chiarezza, con adatte immagini e con la descrizione dei più adatti sistemi di posizionamento. Del rilevamento di dettaglio con operazioni topografiche tradizionali si dice il necessario, dedicandovi la sola figura 2.1 e non parlando di “celerimensura”, quella del Porro, giunta seppure in altro modo sino a noi. Si scrive non di “tacheometro” bensì di “total station”, quel brutto termine americano (non inglese) che suscitò ilarità durante una “settimana fotogrammetrica” a Stoccarda allorché il dottor Helmut Leitz, insigne topografo, disse: “Ich kenne nur eine Total Station, wo ich Treibstoff bekommen kann”, conosco solo una Total Station, quella dove posso avere carburante!
In questo capitolo si sottolinea poi giustamente come il dettaglio lo si possa oggi ottenere per altre vie, dalle osservazioni satellitari alla commistione con la fotogrammetria.
Mi sia concesso di fare qui una modesta osservazione. La sommarietà con la quale sono descritti gli strumenti, talvolta è forse eccessiva. Si parla della regola di Bessel, per esempio: ma viene omesso di dire quanto segue, che tolgo dal citato volume di cui fui co-autore: “Nei teodoliti elettronici… la presenza di un microprocessore al loro interno offre possibilità nuove…. anziché eseguire le letture coniugate secondo la regola di Bessel per ogni osservazione… si potrà inizialmente collimare un punto lontano ben visibile nelle due posizioni coniugate…. il microprocessore…. Correggerà poi tutte le letture fatte da quella stazione ….”. Molte altre operazioni sono possibili nei teodoliti digitali, così del resto come nei nuovi livelli utilizzanti stadie codificate. Per esempio il teodolite Leica-Wild della serie T compie in via automatica ben 512 letture in altrettanti settori del cerchio orizzontale, per cui è inutile eseguire le “reiterazioni” nel caso di operazioni di triangolazione.
Concludendo, questo bel libro dei tre insigni colleghi, che è del tutto nuovo come esposizione e figure, lo raccomando alle ormai molte facoltà di ingegneria e architettura delle nostre università e naturalmente ai relativi studenti. Ma servirà anche a molti tecnici di buona estrazione, se vorranno migliorare la loro preparazione.
*già presidente della Società Italiana di Topografia e Fotogrammetria, SIFET