L’esplosione della petroliera Seajewel, avvenuta al largo delle coste di Savona, ha sollevato gravi preoccupazioni riguardo a un possibile attentato o sabotaggio. La nave, lunga 245 metri e battente bandiera maltese, era ormeggiata nel campo boe Sarpom dal 14 febbraio, proveniente da Arzew, Algeria. L’evento ha portato alla scoperta di una falla nello scafo, con lamiere piegate verso l’interno, suggerendo che l’agente esplosivo sia stato collocato esternamente.
A quel che è dato sapere le indagini si concentrano su due principali scenari: un possibile attentato terroristico o un atto di sabotaggio. Da queste indagini si apprende che non sono stati trovati resti di inneschi o tracce di esplosivi specifici, però la natura del danno e la moria di pesci nelle vicinanze suggeriscono una detonazione.
Ma quello che più ha preoccupato è il potenziale rischio ambientale associato all’incidente, dato che la petroliera trasportava greggio. Tuttavia, fortunatamente, le “misure preventive hanno evitato sversamenti nel mare“. La Capitaneria di Porto ha emesso comunicati per rassicurare il pubblico riguardo alla situazione, ma il mistero rimane su chi possa essere il responsabile e quale sia il movente dietro questo attacco.
E' anche in dubbio il mancato sversamento di sostanze oleose in mare come viene dimostrato in quest'articolo di una associazione di ambientalisti, al quale vi rimandiamo per una approfondita analisi della situazione:
Attualmente (25/02/2024 12:00) la petroliera è in viaggio verso il porto del Pireo in Grecia come mostrato dall'AIS della nave sul sito MarineTraffic
