Enzo Boschi, una delle figure più importanti della ricerca italiana nel settore delle Scienze della Terra ci ha lasciato il 22 dicembre scorso. Ha scritto le pagine più recenti della ricerca italiana sia in divulgazione ma anche in cronaca, in un periodo in cui la previsione di eventi catastrofici per i terremoti ha destato polemiche finite anche in tribunale.
Nato ad Arezzo, il 27 febbraio 1942, laureato in Fisica all'Università di Bologna con molteplici esperienze all'estero tra le quali in Inghilterra all'Università di Cambridge, in Francia ai Laboratoire des Hautes Pressions del Cnrs a Parigi e negli Stati Uniti al California Institute of Technology di Pasadena e ad Harvard, dal 2000 prese il timone dell' INGV che guidò fino al 2011, istituendo la prima rete italiana di controllo sui fenomeni sismici e vulcanici, che comprende il monitoraggio di tutti i vulcani attivi del Paese.
Preferiamo ricordarlo con una nota di una sua amica che è diventata virale su Linkedin (https://www.linkedin.com/in/silvia-bonetti-027a9aa2/)
"Grazie per aver tentato di diffondere la cultura della prevenzione, pronto a rispondere sempre, in ogni sede ed a chiunque, spiegando l'urgenza di sicurezza per i nostri edifici.
Grazie per aver sopportato, con dignità, la durezza di una società che ancora vede nemica la scienza e che le costò anche l'onta di un processo.
Grazie per essere stato talvolta brusco e scortese; anche questi atteggiamenti non erano casuali. Avveniva all'indomani di ogni scossa importante, accompagnata da vittime e danni. Lei professore si adirava e chiamava in causa tutti, compresi tecnici e ingegneri. E ogni volta quanto mai aveva ragione.
Grazie per il tempo che ci ha dedicato. Terremo come un tesoro le chiacchierate, le battute argute, i suggerimenti, i rimproveri.
Che la terra sia lieve."
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