I titoli sul tema della mucillagine degli ultimi giorni, oltre a mostrare in passerella gli innumerevoli esperti di settore, lasciano pensare che la mucillagine sia tornata nell’Adriatico.
In effetti, dall’Istria a fino alle porte di Ancona, la mucillagine non è mai scomparsa, era a largo, si rinforzava ed ora è riapparsa sulle spiagge. Inutile ricordare che il fenomeno della mucillagine nell'Adriatico è documentato sin dal 1729, quando venne registrato il primo avvistamento, descritto come una "cosa moccichiosa". Da allora, la sua presenza è stata segnalata con crescente frequenza, in particolare nella seconda metà del XIX secolo e nella prima metà del XX secolo, quando il termine "mare sporco" divenne comune. Negli anni successivi, il fenomeno sembrava scomparire, per poi ripresentarsi con intensità variabile a partire dagli anni '80, con eventi significativi nel 1988, 1989, 1991, 1997, 2000, 2002 e 2004. Recentemente, nel 2024, l'Adriatico ha nuovamente visto un'ampia diffusione di mucillagine, in particolare nel Golfo di Trieste, suggerendo che, nonostante le apparenti scomparse, il fenomeno non è mai realmente andato via (seguono immagini del 28 e 31 luglio 2024), ma ha piuttosto seguito cicli di intensità e visibilità legati a fattori ambientali e climatici.
C’è da osservare che, le mucillagini osservate nel 1729 presentano alcune differenze significative rispetto a quelle attuali. Inizialmente, il fenomeno era descritto come una "cosa moccichiosa" dai pescatori, che lamentavano l'impossibilità di utilizzare le reti a causa di aggregati gelatinousi che ostacolavano la pesca. Le segnalazioni di quel periodo riguardavano principalmente aree costiere limitate e si basavano su osservazioni dirette da parte di pescatori e ricercatori.
Eventi di formazione massiva di mucillagini nell’Adriatico settentrionale 1872-2004
https://www.isprambiente.gov.it/files/pubblicazioni/quaderni/ricercamarina/10083_LeMucillagini.pdf
Oggi, invece, le mucillagini sono oggetto di studi scientifici approfonditi e il loro monitoraggio avviene tramite tecnologie avanzate come il telerilevamento. Attualmente, il fenomeno è associato a una complessa interazione di fattori ambientali, tra cui l'eccesso di nutrienti e il cambiamento climatico, che favoriscono la proliferazione di microalghe come il dinoflagellato Gonyaulax fragilis. Inoltre, le mucillagini moderne si presentano in forme più varie, passando da fiocchi e filamenti a macroaggregati più estesi, e possono avere un impatto significativo sugli ecosistemi marini e sulle attività economiche, come la pesca e il turismo, a causa della loro maggiore diffusione e persistenza nel tempo.
Il telerilevamento da satellite, come ricordato, è utilizzato per monitorare aree più vaste, identificando i cambiamenti nella distribuzione delle mucillagini nel tempo e fornendo un quadro complessivo della situazione ambientale. Queste tecnologie integrate permettono una risposta tempestiva e informata alle emergenze legate alla mucillagine oltre che fornire misure della loro reale estensione.
La situazione della reale estensione della mucillagine nella giornata del 7 agosto 2024, è rappresentata nell’immagine che segue; registrata una estensione di mucillagine di circa 6000 kmq.
Chiedo scusa a tutti ma, come sottolineato in un precedente articolo, mi ripeto, “meno convegni e più impegni”. Grazie
(Credits: L'immagine di apertura è una foto di Luigina Perosa – Parenzo alta Istria, fonte FB. https://www.facebook.com/photo/?fbid=10225974496855709&set=pcb.10225974531136566&locale=it_IT
By Massimo Morigi – Associazione Cova Contro