Per calibrare le camere fotogrammetriche a bordo dei satelliti da ricognizione statunitensi degli anni ’60 vennero costruiti una serie di punti di riferimento a terra nel deserto intorno a Casa Grande, in Arizona. Questi punti, distribuiti su una griglia atta alla calibrazione dei fotogrammi, sono stati utilizzati per testare la messa a fuoco e la risoluzione delle immagini catturate dai satelliti spia. Si tratta di ben 272 marcatori di cemento disposti in una griglia quadrata di 16 x 16 miglia. Molti di questi target di calibrazione esistono ancora oggi. Della dimensione di circa 18 metri di larghezza, gli assi erano orientati nella direzione Nord/Sud e Est/Ovest.
Si possono esplorare quelli rimanenti in Arizona in un nuovo progetto artistico chiamato Ground Truth. Per il progetto gli artisti Julie Anand e Damon Sauer hanno scattato fotografie dei rimanenti target di calibrazione. Oltre a queste fotografie, hanno mappato le posizioni dei satelliti attuali per "enfatizzare l'ubiquità di questa tecnologia contemporanea che circonda il globo".
Ground Truth include una mappa interattiva che mostra le posizioni di tutti i 272 marker originali. Su questa mappa i marker più chiari indicano i rimanenti target di calibrazione che sono stati fotografati (fare clic sul marker per visualizzare la foto). Se si fa clic sugli indicatori più scuri, è possibile visualizzare le immagini satellitari dell'area in cui si trovava il target di calibrazione originale.
Questo campo di calibrazione, all'interno del deserto di Sonora, fu creato come parte di un programma di sorveglianza segreto a metà degli anni '60. Il progetto classificato congiunto CIA / Air Force noto come Corona era un programma di ricognizione aerofotogrammetrica basato sul recupero di capsule fisiche di pellicola espulsa e ha prodotto le prime mappe mondiali della Terra dallo spazio. Le forme di cemento del diametro di 18 metri si trovano una per miglio all'interno di una griglia di sedici miglia quadrate, progettata come una serie di indicatori di verità sul terreno. Gli artisti Julie Anand e Damon Sauer sono incuriositi dal modo in cui questi indicatori dello spazio sono diventati indicatori del tempo, rappresentando un momento toccante nella storia sociale geopolitica e tecnologica. Hanno esplorato i resti dell'architettura Corona come dimostrazione di un ricco momento antropologico che evidenzia il desiderio umano di vedere dall'alto.
Il loro sito è qui:
http://www.2circles.org/ground-truth-map.html
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