Usando le parole della legge, al paragrafo oo) si legge: “valorizzazione della fase progettuale…promuovendo la qualità architettonica e tecnico-funzionale”. Da anni sosteniamo la necessità di dare maggiori responsabilità in capo ai progettisti.
Nel testo si chiede inoltre di “limitare radicalmente il ricorso all’appalto integrato” che riduceva i progettisti al ruolo di “economizzatori di progetti”. Ma il passaggio che mi fa più sperare è quello relativo agli strumenti informatici: promuovere “il progressivo uso di strumenti elettronici specifici quali la modellazione elettronica e informativa (leggi BIM) per l’edilizia e le infrastrutture”.
Finalmente recepiamo quello che in Gran Bretagna è già obbligatorio. L’uso del BIM come metodo per garantire alta qualità dei progetti, certezza dei tempi e dei costi, risparmio ed efficienza nella realizzazione e nella gestione delle opere.
Mi fa piacere notare che il legislatore richiede l’uso del BIM non solo nell’edilizia ma anche nelle infrastrutture, frontiera ancora poco esplorata in Italia.
Mi auguro infine che nella stesura dei regolamenti si scelga per il BIM un meccanismo di premi per chi lo introduce e lo applica nel modo migliore piuttosto che l’obbligo di una certificazione che potrebbe inaridirne la sperimentazione.
Questo meccanismo troverebbe riconoscimento economico in un’altra richiesta importante del parlamento: l’esclusione del ricorso al massimo ribasso per l’affidamento dei servizi d’ingegneria.
Ing. Marco Parisi
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